Ricordi del campeggio

Il campeggio dei Giovanissimi di quest’anno ha rappresentato per me la prima esperienza come animatore, un’esperienza sicuramente impegnativa, ma soprattutto bella, forte, che ti mette a stretto contatto con i ragazzi. La vita di campeggio è stata caratterizzata da una presenza ingombrante, indiscreta, a volte imbarazzante: quella delle telecamere.
Il fenomeno del “Grande fratello” è oramai arcinoto a tutti, chi più chi meno si sarà chiesto come avrebbe reagito vivendo costantemente sotto lo sguardo indiscreto delle telecamere. I ragazzi quest’anno hanno potuto provare quest’esperienza, ed ognuno l’ha vissuta a proprio modo, come è normale che sia. Così c’era chi si sentiva completamente a proprio agio di fronte l’obiettivo, chi invece era più timido ed imbarazzato, o chi sembrava trattenere il respiro per non tradire emozione…
Ognuno dei ragazzi ha potuto vivere sulla propria pelle l’esperienza dell’essere osservati dal mondo esterno, dagli altri. Questo sguardo di chi ci circonda non è sempre affettuoso o gentile, ma può essere molto spesso critico, invidioso, può venire da persone che non vogliono esclusivamente il nostro bene, ma metterci in difficoltà.
Durante la settimana del camposcuola abbiamo cercato di portare all’attenzione dei ragazzi un diverso tipo di sguardo, lo sguardo del “grande Fratello”, cioè quello del Signore. In questo ci hanno aiutato gli amici di Radio Vita, che quotidianamente proponevano un collegamento con il nostro campeggio, introducendo il tema della giornata con una canzone e con alcune riflessioni.
Lo sguardo del Signore non è uno sguardo che giudica secondo le tendenze o le mode del mondo che ci circonda, non ci spia ossessivamente aspettando di trovarci in errore…e la Sua telecamera su di noi non si spegne dopo averci dato 15 minuti di notorietà…
I ragazzi hanno cercato questo sguardo attraverso varie esperienze, la più importante delle quali è stata probabilmente l’uscita nei paesi situati nei dintorni del campeggio, dove hanno potuto confrontarsi con la gente del luogo, lanciando interrogativi e raccogliendo risposte mai banali.
Un altro momento bello e significativo è stato il “processo a Gesù”, dove i ragazzi assumevano la difesa di Gesù, mentre gli animatori sostenevano l’accusa, contestando all’”imputato” alcuni comportamenti o opere tratti dai Vangeli. Nessuna delle due parti si è risparmiata nello svolgere al meglio il proprio ruolo, con i ragazzi fermi e decisi nel voler far prevalere le proprie ragioni, tanto da mettere in difficoltà anche l’accusa. Alla fine la giuria ha premiato l’impegno di tutti, sottolineando la validità delle tesi portate dai ragazzi come difesa.
Tutto questo impegnativo percorso di ricerca e di incontro dello sguardo del Signore non si poteva finalizzare che in un modo, ossia trasmettendo tutto ciò.
E quale miglior modo di trasmettere se non quello di realizzare un film?
La storia che ha fatto da sfondo al film è quella di San Francesco d’Assisi, che i ragazzi hanno imparato a conoscere durante i momenti di riflessione personale proposti quotidianamente. Gli attori erano ormai avvezzi alle telecamere, pronti a suggellare il percorso svolto durante il campeggio.
L’ultima giornata di campeggio è stata frenetica, ogni gruppo doveva interpretare un momento significativo della vita di San Francesco, ed i ragazzi non hanno posto freni al proprio ingegno per realizzare le sceneggiature più adatte, per scrivere dialoghi profondi ma anche accattivanti, o girando per il paese per trovare la “location” più adatta per questa o quella scena. Le interpretazioni dei ragazzi sono state sensazionali, in una sola giornata sono riusciti a realizzare un lavoro, quello di girare un film, che richiede una preparazione tutt’altro che semplice, ed il risultato è stato entusiasmante per tutti.
Purtroppo anche in quest’ultima giornata di campeggio il tempo non è stato clemente, scaricando più che volentieri la sua quotidiana pioggia, ma ciò non ha impedito che tutto andasse a buon fine.
Il campeggio si è concluso nel migliore dei modi, ossia con una serata di festa che ha coinvolto tutti, dove all’euforia si mischiava un po’ di malinconia dei ragazzi e ragazze più grandi, che partecipavano al loro ultimo campeggio da animati.
Penso che questo campeggio sia stata un’esperienza positiva per tutti, perché si sono vissute esperienze di ogni tipo, da quelle più impegnative dei momenti di riflessione, a quelle più divertenti dei giochi, dove i ragazzi hanno sfogato la loro carica positiva (anche i vicini di campeggio se ne sono accorti), o della caccia al tesoro.
Il successo della serata in cui è stato proiettato il film in Casa del Giovane, dove sono accorsi non solo i ragazzi del campeggio, ma anche numerosissime altre persone, è il segno più evidente del successo che questi ragazzi hanno avuto realizzando il film; i complimenti di tutti fanno capire che questi ragazzi sono realmente riusciti nel loro intento, ossia quello di trasmettere la propria fede utilizzando i metodi di comunicazione oggigiorno più efficaci, come è stato appunto il film.


Alberto