Cena del Povero 2010

Sabato 18 dicembre abbiamo organizzato la tradizionale Cena del Povero, in Centro Parrocchiale. Nonostante la neve, ci siamo ritrovati numerosi a partecipare ad una serata ricca di testimonianze sulle quali riflettere. Una presentazione iniziale, guidata dai nostri ragazzi dei gruppi, ha introdotto al tema dell’evento: le povertà della nostra società. 

Noi animatori, infatti, abbiamo voluto concentrarci non tanto sulla povertà materiale ed economica, quanto sulle numerose povertà morali del nostro mondo: la dipendenza da droghe, alcol, o farmaci; lo sfruttamento, soprattutto a danno dei bambini, la condizione dei detenuti nelle carceri. Proprio quest’ultimo tema è stato ampiamente sviluppato con la proiezione di una interessante intervista al cappellano del carcere di Treviso, che ha spiegato in poche parole come sia difficile il suo ruolo all’interno di quel “mondo” e quali storie di uomini di trova a dover affrontare e risolvere.

Infine, prima della conclusione, abbiamo avuto la grande fortuna di ascoltare una testimonianza preziosa: quella di Francesco Formica, ex carcerato, ora cuoco al Seminario di Treviso. Le sue parole ci hanno scosso, facendoci riflettere su una realtà per noi lontana e per la quale nutriamo troppi pregiudizi.

Vogliamo concludere con un passo significativo del nuovo libro di Don Andrea Gallo, sacerdote genovese, da sempre impegnato a migliorare le condizioni di vita dei più deboli, dei più poveri.

 

 

Bianchi saranno i corvi

 

Ricevo molte lettere dal carcere; le riconosco subito perché i detenuti sono ormai tra i pochi che scrivono a mano e mantengono una calligrafia. La maggior parte delle volte iniziano: “Don, sono in cella con un suo amico che mi ha parlato di lei”. I miei amici sono spesso in galera. Mi raccontano storie di disperazione, di disagio personale, di convivenza forzata in spazi ridottissimi, tentativi di suicidio.

Una volta ricevetti una lettera da un ragazzo: “La mia storia è talmente disastrata che prima o poi mi uccido”. Gli risposi: “Caro, hai ricevuto il dono della vita. In questo universo immenso tu sei un granello, ma sei importante”. A stretto giro di posta replicò: “Caro don Gallo, ho ventinove anni. Finora nessuno mi aveva mai detto che sono importante”. Tempo dopo mi mandò una poesia: “Bianchi saranno i corvi, nera verrà la neve, prima che io ti dimentichi”. Era bastata una parola  a riscattarlo.

Ecco quando gli emarginati diventano insegnanti.

 

“Così in terra, come in cielo”

Don Andrea Gallo