CLANDESTINO...CHI SEI DAVVERO?

L’immigrazione è un tema attuale scottante, che divide le opinioni, i partiti e i talk show in tv. Di parole ne sono state spese molte, quindi non è necessario aggiungerne altre. A mio avviso è bene, invece, riflettere sulla differenza che esiste fra un immigrato clandestino, un rifugiato politico e un profugo, che non è molto chiara a tutti.

Rifugiato (o, più diffusamente, rifugiato politico) è un termine giuridico che indica chi è fuggito o è stato espulso a causa di discriminazioni politiche, religiose o razziali dal proprio Paese e trova ospitalità in un Paese straniero. Ciò che caratterizza il rifugiato è l'aver ricevuto dalla legge dello Stato che lo ospita o dalle convenzioni internazionali questo status e la relativa protezione attraverso l'asilo politico.

Il concetto di profugo è diverso e indica un’espressione priva di un contenuto giuridico usata per definire genericamente chi si è allontanato dal Paese di origine per le persecuzioni o per una guerra.

Infine, l'immigrazione clandestina è l'ingresso- o, alternativamente il soggiorno- di cittadini stranieri in violazione delle leggi di immigrazione del paese di destinazione.

Non tutti si soffermano sulle similitudini che esistono fra questi tre “status” sociali: le ragioni che spingono queste persone a lasciare il proprio paese sono diverse, ma così tanto simili. Sembra una contraddizione, ma non lo è. Infatti, le storie di Dagmawi Imer, Enaiatollah Akbari e molti altri, sembrano agli antipodi: la provenienza è la più disparata, le famiglie di origine differenti, le tradizioni e gli stili di vita altrettanto opposti. Ciò che li accomuna, però, e li rende inevitabilmente uguali, è il loro viaggio. Tra montagne innevate o deserti infiammati, su camion arrugginiti o su barconi improvvisati, la sostanza non cambia: questi uomini si mettono in viaggio verso la speranza, che per noi cristiani non è solo un valore, ma anche una virtù teologale.

Eppure tutto ciò non conta. Spesso i commenti sull’argomento sono sterili e banali; tutt’ad un tratto ci si dimentica di Gesù e di quella “Buona Novella” che ci ha donato e che a nostra volta dovremo donare agli altri.

Consiglio la visione di questi due filmati, disponibili su You Tube: davvero illuminanti!

 

http://www.youtube.com/watch?v=x-yzZkaZIlM

 

http://www.youtube.com/watch?v=uqNPvabD7tA

 

Articolo di Elena Zandonà