Quinto incontro gruppo 1994

Mercoledì 5 novembre si è svolto il quinto incontro dei gruppi. Innanzitutto abbiamo finito di unire i pezzi che formavano la storia, che la volta precedente non abbiamo terminato di comporre. Nel frattempo due o tre alla volta siamo andati in Capellina, con Gianluca, dove ciascuno di noi ha scritto in un foglietto un impegno che si sarebbe preso verso i gruppi.
Finito di comporre la storia ci siamo riuniti in Capellina per una veglia. Prima di entrare in Capellina, gli animatori ci hanno dato un lumino, che abbiamo acceso prima di entrare, uno spago e il seguente foglio:


VEGLIA di PREGHIERA GRUPPO 1994
Le reclute andavano a correre tutti i giorni, ma questa volta era diverso. Stavano sudando da prima dell’ alba, da quando erano ruzzolati fuori della branda. Facevano il corso di addestramento per i corpi speciali antiterrorismo dell’ esercito e quindi erano pronti alla fatica, anche all’ esaurimento fisico. Ma questo tipo di allenamento non aveva niente a che fare con la corsa a tempo, ritmata dal canto, che facevano di solito al mattino in maglietta. Stavolta correvano in tenuta da combattimento. Come al solito la consegna era: “Partite insieme, state tutti insieme, lavorate come una squadra e tornate insieme. Se non riuscite a tornare insieme, non tornate affatto!”. Lungo la strada, il dolore, la seta e la fatica cominciarono ad annebbiare il cervello e nella formazione che correva inquadrata si notò qualcosa di strano. Nella quinta fila, al centro del plotone, uno dei ragazzi non andava a tempo: le gambe si muovevano, ma non andava al passo con il resto del gruppo. Era Sandri, un ragazzone allampanato dai capelli rossi. La testa cominciò a ciondolargli di qua e di là. Quel ragazzo era in difficoltà: stava per cedere. Senza perdere il passo, la recluta alla destra di Sandri si sporse e gli prese il pesante fucile. Il ragazzone dai capelli rossi per un po’ riuscì a riprendersi, ma poco dopo, mentre il plotone continuava la sua marcia, aveva gli occhi appannati e si trascinava dietro le gambe a fatica. Ben presto anche la testa ricominciò a dondolare. Questa volta si sperse la recluta alla sua sinistra, gli prese l’ elmetto e, continuando a correre, se lo mise sotto il braccio. Ora poteva ripartire. Gli scarponi battevano pesantemente all’ unisono il sentiero polveroso. Tump, tump, tump, tump. Sandri stava male, molto male: vacillava e stava per cadere, ma restò in piedi, Due soldati dietro di lui gli presero lo zaino e ciascuno di loro ne teneva una cinghia con la mano libera. Sandri fece appello alle poche forze rimaste, raddrizzò le spalle e il plotone continuò a correre insieme fino al traguardo.
La vita della prima comunità
Atti degli Apostoli (2, 42-47)
42Essi ascoltavano con assiduità l'insegnamento degli apostoli vivevano assieme fraternamente, partecipavano alle Cena del Signore e pregavano assieme.
43Dio faceva molti miracoli e prodigi per mezzo egli apostoli: per questo ognuno era preso da timore. 44Tutti i credenti vivevano assieme e avevano tutto in comune. 45Vendevano le loro proprietà e i loro bene e distribuivano i loro soldi fra tutti,secondo il bisogno di ciascuno. 46Ogni giorno essi partecipavano assiduamente al tempio. Spezzavano il pane nelle loro case e prendevano il cibo con gioia e semplicità di cuore47Lodavano Dio, ed erano ben visti da tutta la gente. Di giorno in giorno il Signore faceva crescere il numero di quelli che giungevano alla salvezza.
Breve silenzio seguito da riflessione individuale.
“Essi partecipavano assiduamente” . Sono disposto ad impegnarmi un'ora alla settimana ai gruppi? Se si perchè? se no perchè?
“Avevano tutto in comune”. Sono disposto a condividere le mie qualità ed esperienze positive con gli amici del gruppo? Quali possono essere?
“Secondo il bisogno di ciascuno”. Riesco ad accorgermi quando gli altri hanno bisogno? E in che modo gli aiuto?

“Prendevano il cibo con gioia e semplicità di cuore”. In che maniera ti comporti in gruppo con  gli altri e gli animatori?

“La vita della prima comunità”. Se tu dovessi pensare al gruppo come comunità, cosa non potrebbe assolutamente mancare?


Il GOMITOLO.
Il filo di lana che avete tra le mani vi rappresenta un po'; se lo guardate bene nel suo intero è formato da più filamenti attorcigliati tra loro che gli permettono di assumere forma e diventare quello che è, quello che siete. Da solo però può fare davvero poco e anche voi da soli siete più deboli, più fragili. Se però vi unite in nodi saldi con le persone che avete vicino vi accorgerete che da un piccolo filo inizierete a far parte di una matassa forte e resistente che se lavorata con buoni mezzi si può trasformare in un meraviglioso maglione.
Il filo siete voi, siamo noi.
I filamenti che compongono il filo sono la famiglia, gli amici, la scuola, gli affetti, le passioni, le qualità, i pregi e i difetti.
Il nodo è un legame stabile, ottenuto con la costanza, l'impegno e la fiducia.
La matassa è il nostro gruppo.
Il maglione è ciò che si ottiene crescendo assieme come gruppo e allo stesso tempo come persone.

PREGHIERA CONCLUSIVA.
“Che siano una cosa sola”
Signore Gesù, 
che hai pregato il Padre 
invocando per i tuoi discepoli 
"che siano una cosa sola" 
guarda a questo Gruppo Giovani. 
Donaci la grazia di comprendere 
il valore dell'unità tra noi; 
infondici la forza per affrontare 
e vincere gli ostacoli della comunione; 
regalaci il gusto per condividere 
i nostri cammini di fede, 
le nostre esperienze di preghiera, 
le nostre iniziative e attività, 
i nostri pensieri, le nostre speranze, 
i momenti tristi e quelli allegri. 
Solo così ci renderemo credibili 
e potremo coerentemente 
annunciare al mondo 
il valore inestimabile 
dell'intimità con Te. Amen.


Quando siamo entrati abbiamo posato a terra i lumini, posizionati in modo tale da formare una croce. Poi ci siamo seduti per terra, in semicerchio, e abbiamo iniziato con la preghiera. Marzia ha letto l’introduzione: “Abbiamo iniziato insieme un percorso e, attraverso le attività che vi abbiamo proposto e che nei prossimi incontri vi proporremo, stiamo cercando di capire quanto è importante il GRUPPO.
Il crucigruppo che avete completato ha un preciso significato: è composto innanzitutto dai vostri e dai nostri nomi. Una volta inseriti avete simbolicamente unito le vostre personalità, le vostre idee, le vostre opinioni… Ma è lo stesso crucigruppo che ci dice che non c’è gruppo se non ci sono anche le regole (che voi stessi avete deciso, tra cui ci sono il rispetto, l’ascolto, la costanza, l’impegno), e se manca anche l’allegria.
Unione, divertimento certo sono importanti in un gruppo di amici. Lo è anche la preghiera.
Per questo abbiamo pensato per questa sera di passare un po’ più tempo in Cappellina per pregare, ma soprattutto per riflettere su questi primi incontri.
Iniziamo questa veglia leggendo la storia che avete ricostruito. Anche quest’attività è simbolo di come unendosi e aiutandosi a vicenda ci impegneremo al massimo per sostenervi in questo, il resto spetta a voi…”
Poi una di noi ha letto la storia che avevamo appena finito di comporre. Dopo un breve silenzio Silvia ha letto la lettura degli Atti degli Apostoli. Successivamente abbiamo risposto alle domande presenti nel foglio, ognuno per conto suo. Quando abbiamo finito, Beatrice ha letto la spiegazione del filo di lana. E abbiamo unito tutti i fili,uno alla volta, e poi l’ultima ha raggomitolato il filo. Per concludere abbiamo letto la preghiera tutti insieme.
È stato proprio bello!!! In particolare la veglia, che è stata per noi un momento di preghiera, raccoglimento e riflessione. Stiamo aspettando con gioia che arrivi il prossimo incontro, per DIVERTIRCI ancora!!!
Caterina e Francesca